Diverticoli: cosa sono, perché si formano e come curarli
Cosa sono i diverticoli?
I diverticoli sono piccole estroflessioni di forma simile a quella di una sacca o di una tasca che si formano lungo la superficie della parete intestinale. In termini medici sono indicati con l’espressione “evaginazioni mucose sacciformi”, in quanto si formano nella mucosa e sottomucosa, gli strati più interni della parete dell’intestino: in presenza di un difetto nello strato muscolare della parete intestinale, porzioni più o meno piccole degli strati più interni fuoriescono, creando piccole estroflessioni della mucosa, di forma simile a quella di un palloncino.
In generale, la comparsa dei diverticoli può essere classificata in tre principali forme:
- diverticolosi: i diverticoli si formano in vari punti dell’intestino, ma sono asintomatici;
- malattia diverticolare: i diverticoli provocano lievi disturbi o complicazioni;
- diverticolite: i diverticoli si infiammano e causano sintomi ben percepibili.
I diverticoli possono essere presenti lungo tutto l’intestino, ma sono più frequenti nell’intestino crasso, in particolare nel tratto finale del colon, detto sigma, subito prima del retto. È piuttosto raro che si formino nello stomaco, mentre possono comparire nel duodeno e nell’intestino tenue.
I diverticoli possono avere dimensioni variabili (il loro diametro può variare da pochi millimetri a qualche centimetro) ed essere più o meno numerosi: solitamente vanno dai 3 ai 10 mm ma possono anche superare i 4 cm di diametro, prendendo il nome di diverticoli giganti.
Inoltre, possono formarsi a qualunque età e, anche se raramente, possono essere presenti fin dalla nascita (in questo caso si parla di diverticoli congeniti). La probabilità di svilupparli cresce, però, rapidamente con l’avanzare dell’età, tanto che circa il 75 50% delle persone al di sopra dei 70 anni presenta diverticoli, contro circa il 10% della popolazione di età inferiore ai 50 anni. Le donne hanno un rischio maggiore (circa il doppio) di sviluppare diverticoli rispetto agli uomini.
Come già accennato, la comparsa di questa anomalia in persone molto giovani è un’evenienza rara, ma in potenziale crescita per via del peggioramento complessivo delle abitudini alimentari. Inoltre, se i diverticoli si sviluppano in giovane età è più alto il rischio di complicanze. Tuttavia, nella grande maggioranza delle persone i diverticoli non comportano sintomi e non provocano disturbi, se non, in alcuni casi, crampi e gonfiore addominale occasionali. Per questa ragione, solitamente le persone scoprono di avere dei diverticoli in modo casuale, spesso nel corso di visite al colon effettuate per ragioni diverse.
Alcune persone, però, presentano alcuni sintomi cronici correlati ai diverticoli, anche quando la diverticolite è assente. Tra questi, i più frequenti sono:
- gonfiore;
- stitichezza (stipsi) o diarrea;
- crampi o dolore al basso ventre.
È fondamentale ricordare che molte altre condizioni, quali la sindrome del colon irritabile, possono provocare una sintomatologia simile; quindi, il fatto di riscontrare questi segnali non è necessariamente indicativo della presenza dei diverticoli. In caso di dubbi, comunque, è sempre fortemente raccomandato il consulto medico specialistico.
Perché si formano?
Le esatte cause dello sviluppo dei diverticoli sono ancora oggi sconosciute. Si sa, però, che queste protusioni tendono a formarsi soprattutto nelle aree in cui la muscolatura intestinale è debole e la pressione è elevata; proprio per queste caratteristiche, infatti, il colon sigmoideo è solitamente la zona d’insorgenza più interessata da tale manifestazione. In quest’area dell’intestino crasso, infatti, le feci esercitano una forte pressione sulla parete intestinale, provocando questi rigonfiamenti.
Sebbene le cause non siano ancora del tutto chiare, sono noti alcuni fattori di rischio che possono favorire la formazione dei diverticoli. Tra questi ci sono:
- l’età, in quanto con il tempo il colon perde la sua elasticità;
- una predisposizione genetica;
- le abitudini alimentari scorrette, in particolare una dieta a basso contenuto di fibre e un elevato consumo di carne rossa;
- lo stile di vita sedentario e la mancanza della pratica di attività fisica;
- il sovrappeso grave e l’obesità;
- il fumo;
- l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), oppioidi o corticosteroidi.
Ulteriori elementi che, secondo alcuni studi, potrebbero avere un ruolo nello sviluppo dei diverticoli sono:
- batteri o feci che rimangono intrappolati in una sacca nel colon;
- cambiamenti nel microbioma intestinale;
- problemi dei tessuti connettivi, dei muscoli o dei nervi del colon;
- problemi con il sistema immunitario.
Per quanto riguarda in particolare il possibile ruolo di cibi e stitichezza (stipsi) nella formazione dei diverticoli, un’ipotesi piuttosto accreditata, anche se non del tutto provata, indica che il consumo di una dieta povera di fibre (contenute principalmente in frutta, verdura, legumi e cereali integrali), che è strettamente correlata a problemi di transito intestinale, può favorire la diverticolosi: le feci che rimangono troppo a lungo nell’intestino e lo sforzo necessario per l’evacuazione in presenza di stipsi, infatti, possono provocare un aumento della pressione sulla parete intestinale, che può portare alla formazione dei diverticoli. Il legame tra diverticoli e fibre non è stato ancora pienamente definito, ma è sostenuto dall’osservazione della maggiore diffusione della diverticolosi nei Paesi occidentali, nei quali l’alimentazione è caratterizzata da uno scarso apporto di questi nutrienti, rispetto ai Paesi africani e asiatici, nei quali è tipica una dieta ricca di fibre.
Quando i diverticoli si infiammano: la diverticolite
Nella maggior parte delle persone la presenza di diverticoli nel colon non provoca disturbi intestinali o altri sintomi.
Nel caso in cui questi si infiammino, però, possono causare dolore e altri sintomi e dare origine alla diverticolite, una complicanza piuttosto rara della diverticolosi, che colpisce circa il 4% delle persone con diverticoli.
Generalmente, la diverticolite viene classificata, a seconda della tipologia, in:
- diverticolite acuta/cronica: nel primo caso la diverticolite inizia come un problema acuto; quindi, si manifesta improvvisamente e scompare in breve tempo a seguito del trattamento; nel secondo caso, invece, si hanno episodi ricorrenti di diverticolite, che possono portare allo sviluppo di un’infiammazione cronica;
- diverticolite complicata/non complicata: solitamente la diverticolite non è complicata e guarisce facilmente a seguito del trattamento, ma questa si complica se l’infiammazione inizia a causare problemi secondari (per esempio, la rottura di un diverticolo).
I sintomi più caratteristici della diverticolite sono:
- dolore addominale intenso, costante e localizzato prevalentemente nella parte inferiore sinistra dell’addome;
- crampi addominali;
- febbre (che può superare i 38°C);
- gonfiore addominale, con presenza eccessiva di gas e aria nella cavità addominale;
- flatulenza e meteorismo;
- sensazione generale di stanchezza e malessere;
- alterazione dell’alvo, con alternanza di episodi di stipsi e di diarrea;
- talvolta nausea e vomito.
Molti di questi sintomi sono comuni anche ad altri disturbi intestinali e, in generale, ad altre malattie a carico degli organi del tratto digerente, come la gastrite, la gastroenterite, la pancreatite, la colecisti, l’appendicite e molte altre condizioni. Per questo motivo è fondamentale rivolgersi al proprio medico per ottenere una diagnosi differenziale volta ad escludere altre malattie.
È bene notare che, solitamente, il dolore provocato dalla diverticolite è grave e si manifesta improvvisamente, anche se può presentarsi in maniera lieve e peggiorare gradualmente nell’arco di alcuni giorni. Anche l’intensità del dolore è variabile.
Le cause, invece, per cui i diverticoli si infiammano scatenando la diverticolite non sono ancora del tutto chiare. Tra queste, potrebbero esserci i seguenti fattori:
- la riduzione del flusso sanguigno, che favorisce l’infiammazione soprattutto se il diverticolo è bloccato dalle feci;
- un sistema immunitario indebolito;
- una grave malattia renale;
- l’assunzione di determinati farmaci per un lungo periodo di tempo.
Diagnosi
È importante fare un controllo e rivolgersi al medico per ottenere una diagnosi certa di diverticolite, che richiede prima di tutto la valutazione della storia clinica, dei sintomi e l’esame fisico con la palpazione dell’addome.
Durante la visita, quindi, il medico chiederà al paziente informazioni in merito ai sintomi, ai movimenti intestinali, alle abitudini alimentari, alle condizioni di salute e ai farmaci abitualmente assunti. Successivamente, procederà con l’esame fisico, durante il quale potrà:
- controllare pressione sanguigna, frequenza cardiaca e temperatura corporea;
- premere sull’addome per individuare la presenza di eventuali masse;
- utilizzare uno stetoscopio per ascoltare i suoni all’interno dell’addome.
Se è già nota la presenza di diverticoli, questi esami sono sufficienti, altrimenti possono essere necessarie ulteriori indagini e test di laboratorio per accertare o escludere la presenza di diverticolite, come per esempio:
- le analisi del sangue;
- l’esame delle feci;
- l’ecografia addominale;
- la TC (tomografia computerizzata) dell’addome e della pelvi, che utilizza una combinazione di raggi X e tecnologie informatiche ed è utile per escludere la presenza di altre patologie, ma anche per valutare la gravità dell’infiammazione;
- la risonanza magnetica, in sostituzione della TC quando consigliato, per esempio nelle donne in gravidanza;
- la colonscopia virtuale (colon-TC), un esame non invasivo che sfrutta le immagini ottenute con particolari tecniche di TC per ricostruire in 3 dimensioni l’interno del colon.
Questi esami forniscono indicazioni utili alla diagnosi e possono essere effettuati anche nel corso di un attacco acuto di diverticolite.
Quando invece l’episodio acuto si è risolto, il medico può ricorrere alla colonscopia tradizionale o al clisma opaco, una procedura medica che consiste in un esame radiologico del colon per evidenziare lesioni o anomalie attraverso uno o due mezzi di contrasto (clisma opaco a doppio contrasto), inseriti nell’intestino attraverso il canale anale tramite clistere.
Possibili complicanze
Se trascurata, la diverticolite può comportare diverse complicazioni: la più comune è la formazione di ascessi (accumulo di pus sulla parete esterna del colon) e fistole (canali anomali che collegano tra loro diversi tratti dell’intestino oppure l’intestino e altri organi). In questo caso i batteri presenti nel diverticolo, insieme al contenuto dell’intestino, raggiungono altri organi e possono provocare un’infezione locale; per esempio, se le feci raggiungono la vescica provocano infezioni delle vie urinarie, come la cistite.
Altrettanto comune è la perforazione del diverticolo dovuta all’infiammazione, che solitamente non porta alla diffusione delle feci negli altri organi. Altre complicazioni della diverticolite, invece, fortunatamente meno frequenti, sono la peritonite (infiammazione del peritoneo) e la stenosi diverticolare, un restringimento del lume intestinale che può causare a sua volta un’occlusione intestinale.
Inoltre, a causa dell’infiammazione i diverticoli possono sanguinare. Il sanguinamento diverticolare non è un evento frequente nelle persone che presentano diverticoli, mentre il rischio aumenta se questi si infiammano (diverticolite). Nella maggior parte dei casi, però, il sanguinamento si risolve spontaneamente, ma quando è molto abbondante si parla di emorragia diverticolare: in questo caso può comparire sangue nelle feci ed è fondamentale ottenere un parere medico.
Come curare la diverticolosi
Nella maggior parte dei casi non è necessario adottare particolari trattamenti per curare la diverticolosi, ma è bene ricordare che salute e alimentazione vanno a braccetto sia per il trattamento che per la prevenzione. Per cercare di evitare l’infiammazione dei diverticoli, e quindi i disturbi e le possibili complicazioni che ne conseguono, è importante mantenere regolare l’attività intestinale seguendo una dieta bilanciata, con il giusto apporto di fibre. Le fibre, infatti, assorbono l’acqua e contribuiscono a mantenere le feci morbide, favorendo la motilità e facilitando il transito intestinale.
È importante quindi seguire una dieta ricca di frutta e verdura, legumi, cibi contenenti semi e cereali integrali, oltre che idratarsi a sufficienza introducendo nell’organismo il corretto quantitativo di liquidi. È bene, invece, evitare, o comunque limitare il più possibile, il consumo di alimenti che contengono sostanze irritanti, come i cibi piccanti, le bevande gassate e alcoliche, il cacao, il tè e il caffè; dovrebbe essere ridotto anche il consumo di carne rossa e di cibi molto grassi.
È utile anche controllare il peso corporeo, smettere di fumare e dedicare almeno 30 minuti al giorno all’attività fisica: l’esercizio, anche a intensità moderata, aiuta a mantenere un buon tono muscolare dell’addome e migliora la motilità intestinale.
Solo nei rari casi di comparsa di sintomi cronici, su indicazione del medico, è possibile affiancare alla dieta una terapia con antibiotici, probiotici o medicinali per ridurre l’infiammazione. È fondamentale chiedere un consulto al proprio medico di base o a specialisti prima di intraprendere il trattamento con qualsiasi medicinale.
I trattamenti per la diverticolite
In caso sia nota la presenza di diverticoli, il medico consiglierà una dieta povera o ricca di fibre in base al loro stato di infiammazione. In caso di diverticolite, infatti, è consigliabile ridurne il consumo, in quanto le fibre potrebbero accumularsi nei diverticoli, favorendo la proliferazione dei batteri e peggiorando l’infiammazione.
In generale, la cura per la diverticolite può includere:
- antibiotici, anche se non sono necessari in tutti i casi;
- dieta liquida: il medico potrebbe suggerire di evitare i cibi solidi per un breve periodo di tempo (solitamente dai 7 ai 15 giorni), per dare all’intestino la possibilità di riposarsi;
- farmaci per alleviare il dolore, come antispastici o paracetamolo.
Nella maggior parte dei casi i sintomi si attenuano in pochi giorni; se il dolore addominale e gli altri disturbi persistono invece più a lungo, può essere necessario il ricovero per la somministrazione di antibiotici e liquidi per via endovenosa, mantenendo il paziente a digiuno. Anche in questo caso, comunque, in genere sono sufficienti alcuni giorni di terapia per osservare il miglioramento dei sintomi.
Soltanto in una bassa percentuale di casi è necessario ricorrere all’intervento chirurgico. L’intervento in questione è la colectomia, durante il quale si rimuove la porzione di colon che presenta i diverticoli e la si ricostruisce tramite la sutura dei tratti sani. Solitamente, si valuta il ricorso alla chirurgia in caso di gravi complicazioni derivanti dalla diverticolite, deficit del sistema immunitario o presenza di complicanze come la formazione di fistole o accessi, la perforazione dell’intestino o l’occlusione intestinale.
In sintesi
I diverticoli sono piccole escrescenze (a forma di tasche) che si formano nella parete intestinale, a livello del colon. Nella maggior parte dei casi sono asintomatiche e i pazienti scoprono di averli in occasione di visite effettuate per motivi diversi. La condizione di avere i diverticoli è definita diverticolosi e va distinta dalla diverticolite: quest’ultima, infatti, è una condizione in cui i diverticoli si infiammano, provocando sintomi più o meno riconoscibili. In linea di massima, l’avanzare dell’età è uno dei principali fattori che porta alla comparsa dei diverticoli, i quali non sono comunque dannosi per la salute. Nel caso della diverticolite, invece, è bene trattare la condizione adeguatamente, per evitare l’insorgenza di complicanze. Generalmente, per tenere a bada tale condizione, è sufficiente adottare uno stile di vita sano, prediligendo alimenti ricchi di fibre, praticando adeguata attività fisica e idratandosi a sufficienza. Poiché i sintomi della diverticolite sono comuni anche ad altre patologie a carico dell’apparato digerente, è fondamentale rivolgersi a uno specialista per ottenere una corretta diagnosi e individuare il trattamento più appropriato al singolo caso.
FAQ
È possibile eliminare definitivamente i diverticoli?
No, una volta che si ha la diverticolosi si dovrà convivere con questa condizione per tutta la vita: non esiste, infatti, un modo per eliminarli. Va ricordato, però, che il fatto di avere i diverticoli non provoca alcuna conseguenza per la salute, salvo il caso in cui questi si infiammino e portino alla comparsa di specifici sintomi (come la formazione di una fistola o un ascesso).
Cosa mangiare con i diverticoli?
I soggetti che soffrono di diverticolosi dovrebbero seguire una dieta ricca di fibre, a base quindi di frutta, verdura e cereali integrali, e bere un adeguato quantitativo d’acqua. Questi accorgimenti contribuiscono, infatti, ad ammorbidire le feci e rendere più agevole il loro passaggio nell’intestino. D’altro canto, dovrebbero evitare tutti gli alimenti ad alto contenuto di grasso o potenzialmente irritanti, come gli alcolici, il latte, le bibite gassate, il tè, il caffè, il cacao, le spezie, gli insaccati e le noccioline.
La diverticolite può scomparire da sola?
Se la diverticolite si manifesta in forma lieve, può scomparire spontaneamente. In ogni caso, è consigliato comunque consultare un medico per valutare la situazione e individuare il miglior approccio per trattare la condizione e prevenire le recidive.
Fonti
- EOC, Malattia diverticolare - Accesso in data marzo 2024
- NIDDK (National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases), Diverticular disease - Accesso in data marzo 2024
- Cleveland Clinic, Diverticulitis - Accesso in data marzo 2024
- Cleveland Clinic, Diverticulosis - Accesso in data marzo 2024
- NICE (National Institute for Health and Care Excellence), Diverticular disease: diagnosis and management
- NHC (National Health Service), Diverticular disease and diverticulitis
- M.C. Neri. La malattia diverticolare. Rivista Società Italiana di Medicina Generale 2019;5(26):28-31.