Avere la diarrea significa emettere in abbondanza feci molto morbide o acquose più volte al giorno e comunque con maggiore frequenza rispetto alla norma. A tutti può capitare di avere episodi occasionali di diarrea, in genere non preoccupanti. Tuttavia, la diarrea non va mai sottovalutata perché può portare con facilità alla disidratazione.

Cos’è la diarrea?

Quando si parla di diarrea si fa riferimento ad un’evacuazione anomala di feci, che si presentano in volume maggiore, più fluide e con una frequenza maggiore. Le feci eccessivamente liquide sono causate da un’eccessiva peristalsi intestinale, che rende impossibile all’intestino assorbire adeguatamente tutti i liquidi al suo interno.

Si tratta di una condizione molto comune, che interessa persone di tutte le età: la maggior parte degli adulti, infatti, soffrono di diarrea acuta una volta all’anno, mentre i bambini l’affrontano circa due volte l’anno.

Solitamente questa condizione dura pochi giorni e si presenta insieme a crampi e dolori addominali; talvolta, però, possono presentarsi anche febbre e vomito. Se il disturbo va avanti per più di qualche giorno, diventa fondamentale richiedere un consulto medico, in quanto potrebbe nascondere condizioni mediche più gravi. In particolar modo, va ricordato che la perdita eccessiva di liquidi e sali minerali può condurre alla disidratazione, quindi è bene prestare attenzione alla propria sintomatologia e intervenire tempestivamente per trattarla.

Tipi di diarrea

In base alla sua durata, quest’alterazione del transito intestinale viene distinta in:

  • diarrea acuta: è il tipo più comune, dura 1 o 2 giorni e solitamente scompare senza trattamenti specifici;
  • diarrea persistente: circa 2-4 settimane;
  • diarrea cronica: è presente per più di 4 settimane circa o va e viene in maniera regolare per un lungo periodo.

Queste forme di diarrea possono avere cause diverse e l’ultima, in particolare, può indicare una condizione clinica più grave e richiedere, di conseguenza, una visita medica.

Tra le varie tipologie di diarrea, poi, se ne distingue una particolare, detta diarrea del viaggiatore: si tratta di una sindrome caratterizzata da scariche di feci liquide di intensità variabile, che colpisce le persone in viaggio all’estero, in particolare in Paesi dove le condizioni igieniche e sanitarie sono carenti. In questi casi, la causa è da ricercare nell’ingestione di bevande e alimenti contaminati da batteri e in alcuni casi anche da virus o protozoi.
Questa condizione è molto comune e colpisce circa il 20-50% dei viaggiatori verso Paesi tropicali.

Per questo motivo, si consiglia sempre a chi si reca in zone con scarse condizioni igienico-sanitarie di seguire alcuni semplici consigli:

  • evitare di bere l’acqua del rubinetto;
  • non mangiare verdure, carne e pesce crudi o poco cotti, ma optare solo per alimenti ben cotti;
  • sbucciare sempre la frutta;
  • bere solo acqua e bibite imbottigliate o bollite (tè e caffè);
  • non bere bevande con cubetti di ghiaccio.

Generalmente la sintomatologia dura due o tre giorni, ma in alcuni casi può arrivare a 7-10 giorni. Sebbene la causa principale sia da ricercare nel contatto con virus, batteri e parassiti attraverso il consumo di cibi e/o bevande, vanno ricordati ulteriori fattori che contribuiscono a provocare questa condizione; tra questi vi sono lo stress del viaggio, il clima, l’altitudine e il cambio dell’alimentazione.

Sintomi e complicazioni della diarrea

Il principale sintomo della diarrea sono le feci molli o acquose. A queste, però, si possono associare ulteriori sintomi che, se durano solo pochi giorni, non richiedono un consulto medico:

  • gonfiore o crampi addominali;
  • bisogno costante di evacuare;
  • nausea e mal di stomaco.

Nei casi più gravi di diarrea, invece, può rendersi necessaria la valutazione di uno specialista in gastroenterologia. In particolare, è fondamentale contattare il proprio medico nel caso in cui alla diarrea siano associati i seguenti sintomi:

  • febbre;
  • dolore intenso;
  • vomito;
  • sangue o muco nelle feci;
  • perdita di peso.

Complicazioni

La principale complicazione della diarrea è la disidratazione, che può essere molto pericolosa se non trattata. Il rischio maggiore lo corrono le persone più vulnerabili, ovvero i bambini, gli anziani e coloro che per varie ragioni hanno un sistema immunitario indebolito. Riconoscere i segni della disidratazione è fondamentale per intervenire tempestivamente.

Gli adulti devono contattare il proprio medico curante nel caso in cui rilevino i seguenti sintomi:

  • sete eccessiva;
  • bocca o pelle secca;
  • minzione scarsa o assente;
  • debolezza, vertigini o sensazione di stordimento;
  • fatica;
  • urine di colore scuro.

Nel caso di neonati e bambini, invece, è ancora più importante notare i segni di disidratazione e intervenire immediatamente. Tra questi rientrano:

  • non bagnare il pannolino da tre o più ore;
  • avere bocca e lingua secca;
  • febbre superiore a 39°C;
  • piangere senza lacrime;
  • sonnolenza eccessiva, mancanza di risposta o irritabilità;
  • aspetto infossato del ventre, degli occhi o delle guance.

Possibili cause di diarrea

La causa più comune di diarrea, sia negli adulti sia nei bambini, è la gastroenterite, ovvero un’infezione intestinale e dello stomaco che può essere determinata da un ampio spettro di agenti infettivi (virus, batteri e parassiti). La gastroenterite causa una diarrea acuta a cui di solito si associano altri sintomi caratteristici come nausea, vomito, gonfiore e dolore addominale, e talvolta febbre. Questa condizione è particolarmente comune nei neonati e nei bambini.

In genere, le gastroenteriti possono essere causate da:

  • virus (soprattutto il rotavirus, il norovirus e l’adenovirus);
  • batteri (come il campylobacter jejuni, la salmonella e l’escherichia coli, contenuti in cibo contaminato che possono causare intossicazioni o tosso-infezioni alimentari);
  • parassiti (come la giardia lamblica, trasmessa all’uomo attraverso acqua contaminata, il cryprosporidium e l’enramoeba histolytica).

In via generale, le cause della diarrea possono essere diverse.

  • Infezioni e contaminazione del cibo: come per la gastroenterite, gli agenti patogeni come virus, batteri e parassiti, se arrivano a contaminare alimenti e bevande, possono causare infezioni che provocano la diarrea. In particolare, il norovirus è il responsabile di tale condizione negli adulti, mentre il rotavirus è la più comune causa di diarrea nei bambini.
  • Farmaci: uno degli effetti più comuni dei medicinali è proprio la diarrea. Gli antibiotici, per esempio, sono in grado di distruggere i batteri nocivi, ma possono accidentalmente colpire anche i batteri buoni e, in assenza di questi ultimi, si possono verificare episodi di diarrea.
  • Alimenti che disturbano il sistema digestivo: alcune persone hanno difficoltà a digerire determinati alimenti e, una delle conseguenze di questa difficoltà digestiva, è la diarrea. È il caso degli intolleranti al lattosio (il cui organismo fatica a digerire lo zucchero presente nei latticini), al fruttosio (zucchero presente nel miele e nella frutta – oltre che spesso aggiunto per dolcificare alcuni alimenti) e di coloro che sono affetti da celiachia, ovvero intolleranza al glutine (proteina presente nel grano).
  • Malattie che colpiscono l’intestino: esistono numerose condizioni che provocano irritazione e infiammazione dell’intestino e che, di conseguenza, possono provocare diarrea. Tra queste rientrano il Morbo di Crohn, la colite ulcerosa e la Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS).

Quando la diarrea non è un episodio passeggero, ma al contrario tende a ripresentarsi periodicamente o a essere persistente, è probabile che sia dovuta a disturbi funzionali od organici dell’intestino, in questo caso è necessario fare riferimento al medico di medicina generale o allo specialista gastroenterologo, al fine di avere una diagnosi corretta e intervenire appropriatamente. I medici, in questi casi, dopo aver indagato sulla storia clinica familiare, sulla cronologia dei viaggi e su eventuali contatti con persone infette, possono suggerire ai pazienti di sottoporsi a test o esami specifici per un controllo ulteriore. Tra questi:

  • l’esame delle feci, da inviare in laboratorio per verificare la presenza di sangue, infezioni batteriche o parassiti;
  • le analisi del sangue, per escludere condizioni sottostanti che possono causare diarrea;
  • breath test, per verificare l’eventuale intolleranza al lattosio o al fruttosio;
  • come esame diagnostico più approfondito, il medico può prescrivere un’indagine endoscopica del tratto digestivo superiore e inferiore.

Trattamenti e rimedi utili per la diarrea

La diarrea acuta spesso si risolve nell’arco di alcuni giorni, senza bisogno di una terapia specifica o particolari cure. Tuttavia, per evitare complicazioni per la salute, prima tra tutte la disidratazione conseguenza dell’eccessiva perdita di liquidi, e per favorire una risoluzione più veloce, può essere utile seguire alcuni accorgimenti, soprattutto quando a soffrirne sono soggetti più fragili come bambini piccoli e anziani.

Solitamente gli specialisti possono consigliare alcuni trattamenti farmacologici, tra cui:

  • antibiotici o antiparassitari: farmaci che uccidono i batteri o parassiti responsabili dell’infezione intestinale. La cura con gli antibiotici va riservata ai casi in cui la diarrea abbia origine da infezioni batteriche e deve essere comunque valutata e prescritta dal medico. Spesso, in associazione al trattamento antibiotico, viene suggerita l’assunzione di fermenti lattici che aiutano a ristabilire la composizione della flora batterica intestinale;
  • farmaci che trattano condizioni croniche: da assumere nel caso in cui si soffra di ulteriori patologie, quali le malattie infiammatorie intestinali e la sindrome dell’intestino irritabile;
  • probiotici: sono batteri attivi che sono normalmente presenti nella flora batterica intestinale e sono utili per combattere la diarrea;
  • farmaci antidiarroici: in alcuni casi, se la diarrea non accenna a migliorare, possono essere utili in quanto agiscono rallentando i movimenti dell’intestino per favorire un maggior assorbimento dell’acqua contenuta nelle feci, oppure riducendo la quantità di acqua prodotta dall’intestino tenue. In questo modo le feci risultano più solide e gli attacchi di diarrea meno frequenti. Tuttavia, se la diarrea ha un’origine infettiva, può rappresentare una strategia dell’organismo per espellere il patogeno responsabile, e quindi fermarla può ritardare la guarigione.

Per trattare gli episodi di diarrea acuta ed evitare complicanze, senza fare ricorso ai farmaci è possibile adottare alcuni accorgimenti in merito allo stile di vita. Tra questi rientrano:

  • idratarsi bene: per la prevenzione della disidratazione è bene bere molti liquidi. Vanno bene acqua, brodi, succhi di frutta, bevande sportive, bibite senza caffeina e tisane. Se è presente anche vomito può risultare difficile trattenere i liquidi, per cui è bene cercare di integrarli bevendo spesso e a piccoli sorsi;
  • utilizzare soluzioni orali reidratanti: in alcuni casi, per reintegrare i liquidi e i sali minerali persi, può essere utile l’assunzione di soluzioni reidratanti orali. Gli integratori reidratanti sono delle polveri in bustina da sciogliere in acqua, ricche in sali minerali e glucosio, in proporzioni specifiche. Tra i sali minerali sono presenti di solito sodio, potassio, cloro;
  • scegliere cibi in grado di rassodare le feci: è preferibile optare per alimenti a basso contenuto di fibre, in quanto questi hanno la capacità di rendere le feci più solide. Modificare la propria dieta può risultare un fattore fondamentale per ottenere sollievo;
  • evitare alcol e caffeina: alimenti e bevande contenenti caffeina possono avere effetti lassativi sull’organismo; quindi, è preferibile evitarli per non aggravare la diarrea. Allo stesso modo va evitato l’alcol, che può portare alla disidratazione;
  • evitare alimenti e bevande che provocano gas: in caso di diarrea è bene rinunciare temporaneamente ad alcuni alimenti e bevande che possono provocare gonfiore e crampi allo stomaco. Tra questi rientrano i legumi, i latticini e le bibite gassate.

In via generale, inoltre, per prevenire il contagio dell’infezione ad altre persone è consigliato non uscire da casa almeno per 48 ore a seguito dell’ultimo episodio di diarrea.

Prevenzione

Non è sempre possibile prevenire la diarrea, ma è possibile adottare alcuni comportamenti volti a ridurre il rischio e la probabilità di infezioni o contaminazioni alimentari, che possono provocarla. Tra questi rientrano:

  • praticare una buona igiene: lavare accuratamente le mani con acqua e sapone dopo aver utilizzato il bagno o preparato e mangiato il cibo. Nel caso in cui non si abbia acqua a disposizione, è buona norma portare con sé un disinfettante per le mani, da utilizzare quando necessario;
  • vaccinazione: i vaccini contro il rotavirus può essere un utile alleato, in quanto questo virus è una delle cause comuni di diarrea (soprattutto nei bambini);
  • conservare correttamente gli alimenti: prestare attenzione alla corretta temperatura di conservazione e/o cottura degli alimenti è fondamentare. Per evitare di correre rischi, inoltre, è preferibile non consumare cibi e bevande oltre la data di scadenza riportata sulla confezione;
  • fare attenzione a cosa si beve e si mangia durante i viaggi: come anticipato, quando si è in viaggio è preferibile evitare l’acqua del rubinetto (sia per bene che per lavarsi i denti) e le bevande servite con i cubetti di ghiaccio. Vanno sempre preferite bibite in bottiglia, sigillate, o liquidi che siano stati bolliti (caffè o tè). Allo stesso modo, bisogna prestare attenzione ai cibi, evitando carni crude o poco cotte e sbucciando la frutta prima di mangiarla, in quando la buccia potrebbe contenere germi dannosi per l’organismo.

Diarrea e alimentazione

Come anticipato, l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nel processo di guarigione della diarrea; quindi, è bene prestare attenzione agli alimenti e alle bevande che si introducono nell’organismo quando ci si trova a fare i conti con questa condizione.

Quando è presente la diarrea, infatti, può essere utile privilegiare nella propria dieta alcuni cibi a discapito di altri. Ecco alcuni semplici consigli:

  • assumere cibi e bevande ricchi di sodio e potassio come banane, succhi di frutta o patate bollite;
  • privilegiare prodotti a base di farina bianca raffinata come pasta, riso bianco e cereali, fiocchi d’avena, cornflakes, fette biscottate, grissini, crackers e pane bianco;
  • cucinare carne (manzo, maiale, pollo o tacchino) e pesce al vapore, ai ferri o al forno senza grassi;
  • tra i vegetali privilegiare carote, fagiolini, funghi, patate, zucca, asparagi, zucchine e barbabietole, avendo cura di rimuovere semi e bucce e di cuocerli prima di consumarli. Inoltre, è consigliabile mangiare poco e spesso per non sovraccaricare lo stomaco e l’intestino.

Così come esistono alimenti da preferire, ci sono alcuni cibi che possono rendere le feci liquide e che, di conseguenza, sono da evitare o limitare, soprattutto in presenza di diarrea cronica. È quindi raccomandato di:

  • non mangiare cibi piccanti, fritti o grassi;
  • limitare il consumo di broccoli, fagioli, piselli, verdura a foglia verde, mais, cavolfiore, prugne, ceci e altri cibi vegetali che possono causare meteorismo o rendere le feci troppo morbide;
  • evitare le bevande con molta caffeina (caffè, tè e bibite che la contengono), le bevande gassate e gli alcolici;
  • evitare o limitare il consumo di latte e latticini se si nota che peggiorano la diarrea o provocano gonfiore addominale.

Diarrea e alimentazione per i bambini

Per trattare la diarrea nei bambini, il pediatra può ritenere opportuno somministrare delle soluzioni reidratanti orali nel caso in cui tema o rilevi uno stato di disidratazione. In questo caso, dosi e modalità di somministrazione saranno indicati dal medico sulla base del peso del bambino e della gravità della condizione. In caso di disidratazione, è importante non somministrare al bambino alcun cibo solido, finché non avrà reintegrato a sufficienza i liquidi.

Già dopo alcune ore (3-4) dall’inizio della reidratazione orale, però, i pediatri consigliano di offrire al bambino gli stessi alimenti che assume normalmente, riprendendo la normale alimentazione ed evitando diete in bianco o altri tipi di restrizioni. Se il bambino rifiuta di mangiare è preferibile non forzarlo e continuare il processo di reidratazione, in attesa che ritorni l’appetito.

In generale, il piccolo può continuare a mangiare ciò che più gradisce, compreso il latte, e l’allattamento al seno va proseguito in ogni caso. Per accelerare la risoluzione della diarrea e ristabilire il benessere intestinale si possono, inoltre, assumere, seguendo sempre le indicazioni del pediatra, specifici probiotici, ovvero ceppi batterici in grado di favorire l’equilibrio della flora intestinale.

In sintesi

La diarrea è una condizione molto comune, sia negli adulti che nei bambini, che si manifesta con feci acquose e frequenti; spesso può presentarsi in associazione ad altri sintomi, come nausea, vomito e dolori o crampi addominali. Solitamente dura pochi giorni e non richiede particolari trattamenti medici, ma nei casi più gravi può andare avanti per settimane e debilitare pesantemente l’organismo, portando alla disidratazione. Per questo motivo, soprattutto nelle persone più fragili (bambini, anziani e soggetti con sistema immunitario debilitato) è fondamentale intervenire reintegrando i liquidi persi. Tra le cause più comuni d’insorgenza della diarrea ci sono le infezioni e le contaminazioni alimentari; diventa, quindi, fondamentale adottare alcuni accorgimenti legati alle proprie abitudini igieniche e alimentari per scongiurare i rischi. Infine, per trattare la diarrea è importante prestare attenzione alla propria dieta, evitando alimenti e bevande che possono causare gonfiore addominale e meteorismo, peggiorando la condizione, e preferendo alimenti in grado di rassodare le feci.

FAQ

Come alleviare il disagio causato dalla diarrea?
La diarrea può causare dolore, prurito o sensazione di bruciore all’ano. Per trovare sollievo è consigliato sedersi nell’acqua tiepida della vasca da bagno o provare un semicupio. È importante, poi, evitare di sfregare l’ano, ma tamponarlo e applicare vaselina o crema per emorroidi per evitare che si irriti eccessivamente.

Quando chiamare il medico in caso di diarrea?
Se la diarrea non migliora o scompare entro pochi giorni è consigliabile richiedere un consulto medico. Allo stesso modo, questo va richiesto in caso di febbre, dolore intenso, sangue nelle feci o se si riscontrano i sintomi della disidratazione.

Cosa mangiare e bere con la diarrea?
Chi soffre di diarrea dovrebbe preoccuparsi dell’idratazione, per reintegrare i liquidi persi, optando innanzitutto per brodo e tè caldo. Per quanto riguarda l’alimentazione, invece, si possono scegliere riso, patate, cereali, carni magre, pesce e uova, purché ben cotti e conditi con un filo d’olio.

Fonti

  • Società Italiana di Pediatria - La gastroenterite acuta
  • Medline Plus - When you have diarrhea
  • Mayo Clinic - Diarrhea