Aerofagia: cos’è, cause, sintomi e rimedi utili
Questo accumulo di gas nello stomaco può provocare alcuni disturbi fastidiosi, come sensazione di gonfiore, distensione addominale, dolore all’addome, eruttazioni frequenti e flatulenza.
L’aerofagia può essere cronica, ovvero presentarsi costantemente o per lunghi periodi, o episodica e può essere legata a diversi fattori fisici e psicologici, ad abitudini di vita e alla dieta.
Non è un disturbo con esiti gravi, ma può incidere sulla qualità della vita per i suoi fastidiosi sintomi.
Che cos’è l’aerofagia
Il termine aerofagia deriva dal greco e significa proprio “mangiare aria”.
Ingerire piccole quantità d’aria durante la giornata è assolutamente fisiologico. Anche soltanto deglutendo saliva, si “mangiano” circa due millilitri di aria. Ancora di più, naturalmente, quando si mangia o si beve, per un totale stimato di circa due litri d’aria al giorno.
Gran parte dell’aria ingerita viene espulsa con la normale eruttazione. Il resto passa dallo stomaco nell’intestino e si aggiunge ai gas prodotti nel colon dalla fermentazione di alcuni cibi operata dalla flora batterica. Qui l’aria viene assorbita dalle pareti intestinali ed entra nel circolo sanguigno, oppure viene espulsa attraverso l’ano (flatulenza).
La via di espulsione dell’aria può essere influenzata dalla postura. Quando si sta seduti il gas presente nello stomaco viene eliminato più facilmente attraverso l’esofago, mentre da sdraiati in posizione supina l’aria passa preferenzialmente dallo stomaco all’intestino tenue, e da lì verso l’ano.
La presenza di gas nell’apparato digerente è quindi fisiologica e naturale. Quando però si ingerisce troppa aria, per esempio in caso di masticazione scorretta o errate abitudini alimentari, o quando il gas si accumula nell’apparato digerente, si possono rallentare i meccanismi fisiologici che ne garantiscono la normale eliminazione e questo può creare fastidi e disagi che mettono a rischio la salute e il benessere.
L’aria ingerita aumenta di volume di circa il 10% quando viene riscaldata e passa dalla temperatura ambiente a quella corporea. Anche questo fattore contribuisce ad aumentare la sensazione di gonfiore. L’accumulo di aria provoca, infatti, una distensione dello stomaco, che può dare una sensazione fastidiosa di pienezza. Il disagio può essere alleviato dall’eruttazione, ma questo può provocare un ciclo di deglutizione dell’aria ed eruttazione che può continuare a lungo, senza dare reali benefici. Anzi, al contrario, la deglutizione più frequente aumenta la quantità di aria inghiottita e quindi peggiora il gonfiore e i dolori allo stomaco.
L’aerofagia, inoltre, è spesso una delle cause del meteorismo, che provoca crampi addominali, gonfiore e tensione addominale, flatulenze e mal di pancia. Mentre l’aerofagia dipende dall’eccessiva ingestione di aria dalla bocca, il meteorismo deriva dalla sovrabbondante produzione di gas nell’intestino che, prima di essere espulso, ne dilata le pareti provocando spasmi e gonfiore.
L’eccesso di aria ingerita si accumula nell’apparato digerente e finisce nello stomaco, provocando la fuoriuscita di gas dal cattivo odore.
Quali sono le cause dell’aerofagia
L’aerofagia può avere molte cause diverse: può dipendere da fattori “meccanici”, legati al modo in cui si mangia, si beve e si respira, dalla dieta, oppure può essere collegata a condizioni mediche o a fattori di tipo psicologico.
Tra i fattori meccanici che possono determinare una deglutizione eccessiva di aria, i principali sono:
- parlare mentre si mangia;
- mangiare velocemente, mettendo cibo in bocca quando il boccone precedente non è ancora stato completamente masticato e inghiottito;
- bere bevande gassate;
- bere con la cannuccia;
- fumare;
- respirare con la bocca.
Alcuni comportamenti, inoltre, aumentano la salivazione, e quindi anche la frequenza di deglutizione della saliva. Tra questi i più comuni sono:
- masticare chewing-gum;
- succhiare a lungo caramelle dure o lecca-lecca;
- indossare protesi dentarie allentate o inadeguate.
Vi sono poi alcune patologie che possono aumentare la deglutizione di saliva, e quindi la quantità di aria presente nel tratto digestivo superiore, o favorire la produzione di gas, quali, per esempio, il reflusso gastroesofageo, il bruciore e l’acidità di stomaco, l’ulcera peptica, la gastrite e alcune complicanze del diabete, come la gastro paresi.
Anche condizioni mediche come l’ansia e lo stress eccessivo possono essere causa di aerofagia.
L’aerofagia di frequente si manifesta anche durante la gravidanza, associata al meteorismo, a causa principalmente dell’innalzamento dei livelli di progesterone, ormone che favorisce il rilassamento della muscolatura anche del tratto gastrointestinale, rallentando così la digestione e favorendo l’accumulo dei gas.
Quali sono i sintomi dell’aerofagia
I sintomi dell’aerofagia sono:
- eruttazioni frequenti;
- sensazione di gonfiore addominale e pienezza allo stomaco;
- distensione addominale, cioè aumento visibile e misurabile delle dimensioni dell’addome;
- flatulenza
Talvolta, l’aria presente nell’apparato digerente può provocare un dolore alla schiena, nella zona retrosternale.
In casi più rari, il gonfiore e la distensione dello stomaco possono indurre una sensazione di oppressione e soffocamento, ansia e accelerazione del battito cardiaco (tachicardia).
Alcuni di questi sintomi, come il senso di gonfiore e la distensione addominale, sono più attenuati al mattino, probabilmente per la flatulenza inconsapevole durante la notte.
I sintomi dell’aerofagia sono comuni a quelli di altri disturbi come l’ernia iatale, la cattiva digestione (dispepsia), la sindrome dell’intestino irritabile, l’ulcera peptica, l’intolleranza al lattosio e le allergie alimentari. Pertanto, per individuarne la causa, il medico può innanzitutto verificare la presenza di queste condizioni.
Quali sono i rimedi dell’aerofagia
In caso di aerofagia il medico può consigliare semplici strategie che impediscono di ingerire troppa aria. Le principali sono:
- evitare, per quanto possibile, pasti frettolosi, magari in piedi o in condizioni di scomodità. È importante ritagliarsi il giusto tempo per mangiare con calma, concentrandosi soltanto sul pasto. Mangiare lentamente favorisce, infatti, il passaggio dell’aria lungo l’intestino e il suo assorbimento;
- fare bocconi piccoli, avendo cura di masticare bene il cibo e di deglutirlo prima di procedere al boccone successivo;
- evitare le bevande gassate, che apportano allo stomaco ulteriori gas;
- masticare con la bocca chiusa;
- non parlare mentre si mastica;
- non respirare a bocca aperta;
- evitare i liquidi molto caldi, in quanto istintivamente si tende ad aspirare aria mentre si inghiottono per abbassare la temperatura nella bocca;
- non consumare abitualmente caramelle, gomme da masticare, bastoncini di liquirizia;
- non utilizzare la cannuccia per bere;
- abbandonare il vizio del fumo, in quanto l’aspirazione ripetuta favorisce la deglutizione di aria.
In alcuni casi per il trattamento dell’aerofagia il medico può suggerire anche l’assunzione di rimedi a base, per esempio, di simeticone o carbone attivo, che promuovono l’eliminazione dei gas. Per ripristinare il benessere intestinale può essere utile anche l’assunzione di fermenti lattici probiotici e di prebiotici, che favoriscono l’equilibrio della flora batterica. Infine, per combattere il gonfiore causato da un eccesso di aria nell’apparato gastrointestinale il medico può consigliare anche rimedi naturali come le tisane a base di erbe come finocchio, menta e melissa, che ne facilitano l’eliminazione.
Quando l’aerofagia è causata da stress, ansia o depressione, il medico può suggerire a seconda dei casi alcune tecniche di rilassamento, tecniche di volte alla gestione dello stress oppure un percorso di psicoterapia.
Se l’aerofagia dipende da malattie dell’apparato digerente, è necessario che il medico arrivi a una diagnosi e prescriva il trattamento più adatto, che può ridurre anche i disturbi dell’aerofagia.
È utile, invece, rivolgersi al proprio dentista in caso di protesi allentate o non più conformi alla masticazione, in modo da modificarle o sostituirle per ridurre l’eccesso di salivazione e per consentire di masticare correttamente gli alimenti.
Una diagnosi certa diventa particolarmente urgente quando ai sintomi dell’aerofagia si associano altre manifestazioni, come diarrea, stitichezza, presenza di sangue nelle feci, perdita di peso involontaria, dolori forti e persistenti al torace o all’addome.
Alimentazione
Per quanto riguarda in particolare l’alimentazione, in caso di aerofagia può essere utile evitare, o quantomeno ridurre, il consumo di alcuni alimenti che possono favorire un aumento della quantità di gas nell’intestino, peggiorando i sintomi. Tra questi vi sono alcuni tipi di carboidrati (zuccheri e fibre insolubili) che devono subire lunghi processi di fermentazione per essere digeriti.
Meglio, inoltre, ridurre i cibi che incorporano molta aria, come per esempio i lievitati (pane, pizza, focaccia), mousse, frullati e panna montata.
In generale, meglio limitare l’assunzione di crucifere o brassicacee (verdure che comprendono broccoli, cavolfiori, cavoli, verza, ecc.), legumi, cereali integrali, cibi ad alto contenuto di grassi, dolcificanti artificiali e integratori alimentari di fibre.
Alcune persone possono essere più sensibili ai prodotti fermentati, come birra e yogurt, altre possono vedere un peggioramento dei sintomi consumando verdure come cipolle, carciofi e asparagi, frutta come mele, pere prugne, ciliegie, latte. Con l’esperienza e l’osservazione, per esempio tenendo un diario alimentare, si impara a scegliere gli alimenti più adatti a sé.