I succhi gastrici, o acidi gastrici, sono una sostanza liquida, di colore leggermente opaco, costituita principalmente da acido cloridrico, acqua, muco, proteine ed enzimi digestivi. I succhi gastrici sono caratterizzati da un pH molto elevato e sono prodotti, nella quantità di circa un litro nelle 24 ore, dalle ghiandole gastriche, che si trovano all’interno delle pareti dello stomaco. Le principali sostanze che intervengono nel processo di digestione sono:

  • Pepsina, un enzima della famiglia delle proteasi, che svolge un ruolo essenziale per il processo digestivo delle proteine
  • Acido cloridrico, il principale costituente dei succhi Le ghiandole parietali dello stomaco producono questa sostanza che abbassa il pH e consente di attivare la pepsina, che si trasforma in pepsinogeno
  • Fattore intrinseco, che favorisce l’assorbimento della vitamina B12, sostanza necessaria per il metabolismo di aminoacidi, acidi grassi e per la formazione dei globuli rossi
  • Lipasi gastrica, enzima responsabile della digestione dei grassi introdotti con l’alimentazione
  • Chimosina, chiamata anche rennina, un altro enzima proteolitico in grado di scomporre le proteine. Nello specifico scinde le proteine del latte, come la caseina, trasformandola in paracaseina. È presente nel succo gastrico fino all’età di cinque anni, quindi progressivamente i suoi livelli diminuiscono.

All’interno dello stomaco sono presenti anche muco e bicarbonato, che hanno un effetto protettivo nei confronti delle pareti dello stomaco. A produrre il muco sono le ghiandole gastriche presenti nello stomaco. Questa sostanza opaca e vischiosa ha la funzione di difendere i tessuti interni dell’organo dall’azione dell’acido cloridrico e della pepsina, che danneggerebbero le cellule parietali.

Oltre a questa barriera fisica costituita di muco, esiste un fattore protettivo di tipo chimico. Le ghiandole gastriche produttrici di muco secernono anche una sostanza a pH fortemente alcalino. Si tratta del bicarbonato, che aumenta l’effetto difensivo del muco nei confronti delle cellule parietali dello stomaco.

Il “viaggio” nell’apparato gastro-intestinale

Il processo digestivo, prima ancora che con i succhi gastrici, inizia nel cavo orale con la masticazione e la produzione di saliva. Questa sostanza è costituita da acqua, muco, enzimi (come il lisozima e l’amilasi), sali minerali (come calcio e potassio) ed immunoglobuline. La saliva impregna il boccone masticato dai denti, formando il bolo alimentare. Gli enzimi come l’amilasi degradano gli amidi presenti negli alimenti ricchi di carboidrati come pane, pasta, patate. Il lisozima svolge un effetto antibatterico e i sali minerali riducono l’acidità del cavo orale.

Il meccanismo della deglutizione spinge il bolo nel tratto successivo del tubo digerente, l’esofago, che attraverso una serie di contrazioni lo immette nello stomaco, attraverso la valvola chiamata cardias o sfintere esofageo inferiore. Le pareti dello stomaco si distendono e le ghiandole gastriche iniziano a produrre l’acido cloridrico e le altre sostanze che costituiscono i succhi gastrici. Il bolo alimentare, che a questo punto si chiama chimo, permane sul fondo dello stomaco per circa un’ora.

Il chimo si sposta poco per volta verso una valvola, il piloro, che separa lo stomaco dal duodeno, il primo tratto dell’intestino tenue. Il chimo si trasforma quindi in chilo, in seguito all’azione delle sostanze che si riversano nel duodeno, per completare la digestione: il fegato produce la bile, il pancreas il succo pancreatico e le ghiandole dell’intestino il succo enterico.

Acidità gastrica e danni allo stomaco

L’azione dei succhi gastrici è quindi essenziale per il processo digestivo e per assicurare all’organismo le sostanze nutritive di cui ha bisogno. In alcune situazioni, però, un’eccessiva secrezione acida dello stomaco può causare disturbi di vario tipo. Solitamente sono responsabili lo stress cronico e le abitudini alimentari scorrette.

Ansia prolungata, stress psico-fisico, preoccupazioni aumentano infatti la produzione di cortisolo e adrenalina, ormoni che causano difficoltà digestive allo stomaco, ma anche qualche disturbo del tratto intestinale, in quanto si riduce la peristalsi, l’insieme delle contrazioni involontarie che coinvolgono stomaco e intestino. In questi casi, oltre al bruciore di stomaco (pirosi gastrica) possono comparire dispepsia (ossia cattiva digestione), gonfiore addominale, meteorismo, diarrea e mal di stomaco.  La dispepsia può essere legata anche ad abitudini alimentari scorrette, come pasti abbondanti ed eccessivo consumo di cibi grassi e fritti.  Si accompagna a difficoltà digestive, dolori addominali e, nei casi più seri, nausea e vomito.

L’eccessiva acidità di stomaco legata a un’alimentazione scorretta può anche essere responsabile dell’infiammazione delle pareti dello stomaco (detta gastrite). Altre cause sono la presenza dell’Helicobacter pylori (un batterio spesso presente nella mucosa gastrica ed esofagea), il naturale invecchiamento dell’organismo e l’assunzione di alcuni medicinali, come i farmaci antinfiammatori non steroidei. Queste molecole hanno infatti la capacità di ledere lo strato protettivo di di muco, permettendo il contatto tra la parete gastrica e l’acido cloridrico.

Il reflusso gastroesofageo

L’acidità di stomaco può avere anche un’altra conseguenza: il reflusso gastrico o, più correttamente, reflusso gastroesofageo. È un rigurgito acido che dallo stomaco torna nell’esofago, in quanto il cardias, per esempio a causa di fattori genetici, chili di troppo, alimentazione scorretta o presenza di un’ernia iatale, non si richiude bene dopo l’ingestione del cibo. Un movimento brusco, il chinarsi in avanti, il distendersi dopo pasti abbondanti fanno risalire verso l’alto il contenuto dello stomaco assieme ai succhi gastrici.

Questo rigurgito acido irrita la mucosa gastrica ed esofagea, causando sapore cattivo in bocca, sensazione di bruciore al centro dello sterno, dolore toracico. L’irritazione dei succhi gastrici può causare una laringite da reflusso con tosse cronica.  Abitudini alimentari sbagliate con frequente consumo di cibi grassi e fritti e di piatti speziati, e spesso anche un eccesso di caffè e cioccolato, sono altri fattori che possono predisporre al reflusso gastrico.

Come contrastare iperacidità e reflusso

È essenziale non trascurare problemi come pirosi gastrica e rigurgito acido. Occorre una visita dallo specialista in gastroenterologia, che in alcuni casi consiglia al paziente di sottoporsi a una gastroscopia, esame che consente di visualizzare con precisione, dall’interno, le pareti dello stomaco e dell’esofago. In base all’esito dell’esame, il medico prescriverà la cura più appropriata che, oltre a eventuali farmaci, spesso prevede anche indicazioni per seguire un corretto stile di vita e un’alimentazione equilibrata.

Per ridurre l’acidità e, quindi, il bruciore di stomaco è utile prima di tutto modificare in meglio le proprie abitudini alimentari. Ecco qualche semplice accorgimento:

  • Evitare i cibi insaccati, speziati e piccanti, che stimolano la produzione di succhi gastrici.
  • limitare il più possibile fumo e superalcolici (l’ideale sarebbe rinunciarvi del tutto), che svolgono un effetto irritante sulle pareti dello stomaco.
  • Fare a meno delle bevande gassate, che aumentano l’acidità di stomaco
  • bere con moderazione latte, caffè e tè. È vero che il latte ha un pH alcalino, quindi contrasta l’acidità, ma è ricco di proteine e grassi che possono stimolare la secrezione gastrica. Il tè invece contiene teina, che può essere irritante per le pareti dello stomaco
  • Variare l’alimentazione e assumere carne e frutta, oltre a pesce e verdura, cereali e latticini in modo da assicurarsi i nutrienti necessari. Occorre un po’ di attenzione, però: mangiare agrumi, pomodori, ananas, kiwi può causare bruciore di stomaco perché sono alimenti molto acidi.

Quando le modifiche allo stile alimentare non sono sufficienti, è possibile assumere farmaci antiacidi o procimetici, sempre sotto la supervisione di un medico.

Fonti

  
      
  • Grattagliano I., Ubaldi E., Il danno gastrointestinale da farmaci antinfiammatori non steroidei: fisiopatologia e valutazione. Rivista SIMG., N.1 Febbraio 2012
  • Kathrin Ingrid Liszt, Jakob Peter Ley, Barbara Lieder, Maik Behrens, Verena Stöger, Angelika Reiner, Christina Maria Hochkogler, Elke Köck, Alessandro Marchiori, Joachim Hans, Sabine Widder, Gerhard Krammer, Gareth John Sanger, Mark Manuel Somoza, Wolfgang Meyerhof, Veronika Somoza, Caffeine induces gastric acid secretion via bitter taste signaling in gastric parietal cells, Proc Natl Acad Sci U S A. 2017 Jul 25
  • Joseph Mermelstein, Alanna Chait Mermelstein, Maxwell M Chait, Proton pump inhibitor-refractory gastroesophageal reflux disease: challenges and solutions Clin Exp Gastroenterol. 2018
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