Lipasi pancreatica: cos’è, quali sono i valori e perché è importante misurarli
Affinché l’organismo possa assorbire e utilizzare i nutrienti contenuti negli alimenti che vengono quotidianamente introdotti con la dieta, è necessario che questi vengano sottoposti a un processo digestivo sia meccanico, sia chimico.
La digestione meccanica inizia in bocca con la masticazione, che consente di sminuzzare il cibo e di rimescolarlo con la saliva per formare il bolo, per poi continuare lungo il tubo digerente grazie ai movimenti peristaltici delle sue pareti, che permettono il continuo rimescolamento del materiale parzialmente digerito e la sua progressione fino al termine dell’intestino. La digestione chimica avviene invece grazie agli enzimi digestivi, cioè proteine in grado di scindere le macromolecole presenti negli alimenti in molecole più piccole, in modo da permetterne l’assorbimento.
Le lipasi, in particolare, sono enzimi idrosolubili (cioè si sciolgono in acqua) che partecipano al processo di digestione degli alimenti, catalizzando in particolare la digestione dei grassi provenienti da fonti alimentari. Grazie alla loro azione i trigliceridi, che costituiscono la grande maggioranza dei lipidi alimentari, vengono scissi nelle molecole più semplici che li compongono: glicerolo e acidi grassi. La lipasi, quindi, è una sostanza fondamentale per il metabolismo dei lipidi e contribuisce a mantenere nella norma il livello dei trigliceridi nell’organismo.
La principale sede di produzione della lipasi è il pancreas, e per questo motivo spesso l’enzima è indicato con il nome di lipasi pancreatica. Una volta prodotta dalle cellule del pancreas, la lipasi viene trasportata attraverso il dotto pancreatico fino al primo tratto intestinale, il duodeno. È qui che l’enzima entra in azione, grazie anche al contributo di altre sostanze: l’attività dei sali biliari presenti nella bile è fondamentale per creare un’emulsione che trasforma i trigliceridi in goccioline, alle quali la lipasi può attaccarsi grazie all’aiuto della colipasi, un’altra proteina della famiglia degli enzimi pancreatici.
La secrezione della lipasi avviene in misura minore anche in altri tessuti e organi dell’apparato gastrointestinale: lo stomaco e la parte posteriore della lingua. Le lipasi, quindi, sono presenti nel cavo orale, nello stomaco e nell’intestino tenue e in tutte queste sedi contribuiscono al metabolismo dei lipidi alimentari.
Oltre alle lipasi, fanno parte della famiglia degli enzimi digestivi anche:
- le amilasi, che consentono la digestione di carboidrati complessi (come l’amido) in zuccheri semplici
- le proteasi (o peptidasi), come la pepsina o la tripsina, che si occupano di scomporre le proteine in singoli aminoacidi
- le disaccaridasi, come per esempio la lattasi, che scindono i disaccaridi in monosaccaridi. Nel caso della lattasi, il lattosio viene scisso in glucosio e galattosio. Se questo enzima non viene prodotto, o è presente in quantità limitate, si sviluppa la cosiddetta intolleranza al lattosio.
Gli enzimi digestivi sono prodotti, oltre che dal pancreas, anche dalle ghiandole salivari (come l’amilasi di tipo S, che inizia la digestione degli amidi in bocca), dalla mucosa intestinale (come alcune disaccaridasi, per esempio lattasi e maltasi) e dallo stomaco (in particolare il precursore della pepsina, il pepsinogeno). La mancanza o la riduzione dei livelli di questi enzimi può causare diversi disturbi all’apparato gastrointestinale.
Perché misurare i livelli di lipasi
In presenza di alcuni disturbi o malattie la concentrazione ematica delle lipasi può aumentare rispetto ai valori di riferimento. Non è semplice indicare un intervallo all’interno del quale il livello di lipasi pancreatica nel sangue può essere considerato normale: il range di riferimento dipende infatti da molti fattori, come l’età, il sesso, e soprattutto il metodo utilizzato dal singolo laboratorio di analisi per l’esecuzione dell’esame e l’analisi del campione. È quindi opportuno fare riferimento agli intervalli indicati sul referto e consultare il proprio medico per l’interpretazione del risultato dell’esame.
Dato che la concentrazione maggiore di questo enzima si trova nel pancreas, valori anomali di lipasi nel sangue possono essere indicativi soprattutto di un danno pancreatico. In questo caso il dosaggio della lipasi è spesso associato a quello dell’amilasi, prodotto in parte dalle cellule del pancreas e in parte dalle ghiandole salivari: la combinazione dei due esami è utile in quanto il dosaggio della lipasi nel sangue è un test più specifico rispetto a quello dell’amilasi, che è però altamente sensibile, quindi fornisce un risultato indicativo per capire se l’anomalia sia effettivamente localizzata al pancreas e per distinguere tra le possibili patologie.
L’esame è particolarmente utile per individuare un danno pancreatico dovuto a un processo infiammatorio, in particolare la pancreatite acuta e cronica.
Una concentrazione ematica della lipasi superiore alla norma (iperlipasemia) può indicare la presenza anche di altri disturbi, tra cui:
- ostruzione del dotto pancreatico dovuta, per esempio, alla presenza di calcoli biliari
- peritonite, cioè l’infiammazione della membrana che ricopre la parete interna dell’addome
- ulcera peptica
- disturbi a carico delle vie biliari
- patologie renali, compresa l’insufficienza renale; in questo caso i reni non sono in grado di eliminare adeguatamente la lipasi, che si accumula nel sangue
- celiachia (detta anche morbo celiaco), che provoca un’infiammazione del duodeno (in particolare della mucosa che lo riveste)
- disturbi al fegato.
Un aumento della concentrazione delle lipasi nel sangue può essere provocato anche dall’abuso prolungato di alcol.
Un’altra possibile causa di incremento dei valori dell’enzima nel sangue è l’assunzione di alcune terapie farmacologiche che prevedono l’utilizzo, per esempio, di farmaci colinergici (che agiscono sul sistema nervoso parasimpatico) o di antinfiammatori non steroidei (FANS). Anche l’utilizzo della pillola anticoncezionale può far aumentare il livello di lipasi nel sangue.
In generale, gli aumenti più consistenti dei valori di lipasi sono legati alla presenza di patologie pancreatiche, mentre le malattie a carico di altri organi e tessuti provocano incrementi più limitati.
Il dosaggio della lipasi è utile non solo per arrivare a una diagnosi, ma anche per mantenere sotto controllo nel tempo i pazienti ai quali è stato diagnosticato un danno pancreatico.
Va sottolineato, comunque, che non ci sono prove che valori più alti della concentrazione ematica di lipasi siano indicativi di una maggiore gravità del danno a carico del pancreas.
Oltre a disturbi che causano una iperlipasemia, esistono anche patologie che possono determinare una concentrazione ematica della lipasi inferiore rispetto ai valori considerati normali, come per esempio:
- diabete
- morbo di Crohn (o malattia di Crohn), una malattia infiammatoria cronica intestinale.
Quando è indicato l’esame e come si svolge
L’esame per la misurazione del livello della lipasi consiste in un prelievo di sangue venoso dal braccio.
Viene effettuato quando il medico sospetta la presenza di un danno pancreatico o di una patologia che possa riguardare questo organo, a causa della sintomatologia del paziente. Il quadro clinico che può suggerire il dosaggio della lipasi pancreatica è caratterizzato dalla comparsa di diversi sintomi:
- dolore addominale forte, che può estendersi anche alla schiena
- febbre
- nausea e vomito
- perdita dell’appetito
- perdita di peso
- ittero, cioè colorazione giallastra della pelle, delle mucose e della sclera degli occhi
- aumento della frequenza delle pulsazioni (tachicardia)
- produzione di feci grasse, oleose e maleodoranti (steatorrea).
Spesso l’esame è prescritto insieme al dosaggio dell’amilasi in quanto, come detto in precedenza, l’associazione dei due test consente di individuare con maggiore sicurezza una patologia a carico del pancreas. Inoltre, il dosaggio della lipasi viene effettuato periodicamente, insieme alla misurazione di altri parametri specifici, per tenere sotto controllo l’andamento di una delle malattie che provoca un’alterazione dei suoi livelli.
Prima del prelievo di sangue, chi si sottopone all’esame deve osservare un digiuno di circa 9-12 ore, durante le quali è possibile assumere solo acqua. Dopo l’esame si possono riprendere le normali attività, senza restrizioni. Come già accennato, alcuni medicinali possono far alzare il livello di lipasi in circolo e quindi interferire con il risultato dell’esame: in caso venga prescritto questo test, è quindi importante informare sempre il medico sulle terapie farmacologiche che si assumono.
Non ci sono trattamenti specifici per abbassare o aumentare la quantità di lipasi nel sangue in caso di anomalia: è importante che lo specialista individui la causa, cioè la malattia che provoca l’alterazione, e intervenga con le terapie appropriate.
In alcuni casi il medico può consigliare di modificare lo stile di vita, in particolare dieta e alimentazione, limitando l’assunzione di alcuni nutrienti, per esempio proteine e lipidi, oppure incrementando l’apporto di vitamine liposolubili, o prevedendo un’integrazione con enzimi digestivi. I trattamenti più opportuni, comunque, dipendono dalla causa che ha provocato la variazione dei livelli di lipasi, quindi devono essere definiti e attuati su indicazione del medico.
Fonti
- MedScape. Lipase. Disponibile all'indirizzo:
- SIBioC, Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica - Medicina di Laboratorio (a cura di). Lipasi.
- Pirahanchi Y, Sharma S. Biochemistry, Lipase (aggiornamento: 22 luglio 2021).
- National Library of Medicine. MedlinePlus. LipaseTests.